Convegno “Minori e Internet, Educazione disagio psicologico e sociale”

 

MINORI ED INTERNET

Educazione disagio psicologico e sociale: il ruolo della famiglia

MONTORIO AL VOMANO – 4 Aprile 2013

 

ESTRATTO DELL’INTERVENTO

                                                                             Dott. Daniele La Licata

Convegno - Minori e Internet

PREMESSA

Diapositiva 1 - La Rivoluzione Informatica (Ghunter Anders, filosofo ebreo-tedesco autore del libro “L’uomo è antiquato” – in cui viene trattato il rapporto tra l’uomo contemporaneo e la tecnica)

 

 

Rapportando la sua citazione all’avvento della tecnologia e di internet, si potrebbe ipotizzare che:

– Tutta la società si trova in un punto di non ritorno come conseguenza di ciò che si può chiamare Rivoluzione Informatica.

– Inoltre l’autore ci offre una riflessione critica: il nostro modo di concepire e vivere il mondo che ci circonda è inevitabilmente cambiato.

 

Con questo mio breve intervento, è mia intenzione segnalare alcuni aspetti potenzialmente critici che riguardano il rapporto con internet e con la tecnologia così da stimolare in noi delle riflessioni che potremo condividere o non condividere nel pomeriggio di oggi.

 

 

Diapositiva 2 - Il desiderioBertrand Russel

 

A mio modo di vedere l’ambito che ha risentito maggiormente della rivoluzione informatica e dell’avvento di internet è quello della conoscenza, dello scoprire e del sapere.

Con il termine conoscenza intendo qualsiasi tipo di rapporto che l’individuo ha con il conoscere: il suo modo di cercare e di entrare in contatto con qualcosa di nuovo.

Essere connessi con l’informazione non significa solamente accumulare nozioni ma significa anche cambiare il nostro modo di pensare l’informazione e la comunicazione.

Ecco perché Internet non è semplicemente una banca dati dalla quale attingere ma è diventato un vero e proprio modo di sapere. (non è un mezzo passivo nelle nostre mani ma una realtà molto attiva che ci condiziona ogni giorno!!!)

 

Vorrei proporvi un esempio:

Chi di noi oggi qui presenti non ha mai cercato una diagnosi su internet?

(facciamo l’esempio “dell’ulcera gastrica” se noi troviamo in un referto medico questa parola, non conoscendone il significato, la cerchiamo subito su internet ottenendo con grande facilità la sua definizione!!!)

Cosa è cambiato?

–  prima questo non era possibile, per avere delle spiegazioni avremmo dovuto richiedere la consulenza ad una persona di nostra fiducia come il medico di famiglia ed avremmo dovuto, così, affidarci a lui.

–  adesso la cerchiamo su internet.

 

A questo mio esempio si potrebbe obiettare:

“cerco una parola su internet come se utilizzassi un dizionario: uso la rete come un mezzo informativo”.

Certo !!! …. E se io non cercassi una diagnosi medica ? ma cercassi un sintomo ?

(continuando con il nostro esempio “dolore allo stomaco”, non ho tra le mani un referto medico ma, avverto del bruciore continuo al mio stomaco… penso che sarà capitato a molti di noi cercare una sensazione, un vissuto, una esperienza su internet per saperne di più)

 

Quale operazione sto facendo?

Nell’automatismo di questa azione non me ne accorgerei…

Forse, quello che sto facendo è considerare (mentalmente) il motore di ricerca come un medico che, grazie ai suoi calcoli ed alla sua banca dati, riesce ad offrirmi una consulenza sanitaria!!!

Non è fantasia ma è la realtà quotidiana che tutti noi viviamo!!!

 

Certo!!! Non credo che ognuno di noi sostituisca il medico con internet ma ciò che  sicuramente 20 anni fa non accadeva adesso può essere ricorrente:

Trovare una risposta…

Un sollievo alle nostre domande… (perché la domanda porta sempre attesa, e quindi tensione…)

 

…ma quanto la risposta ottenuta dalla rete è ciò che stavamo cercando veramente?

…ed ancora: noi stavamo cercando solo informazioni o qualcos’altro?

                 

E’ certo che una consulenza medica (come nel nostro esempio) non è solamente una informazione ma è:

prima di tutto, un rapporto,

l’accoglimento del proprio malessere,

la comprensione delle difficoltà incontrate,

il riconoscimento dell’altro e della sua opinione.

Senza tutto ciò si elimina un ingrediente fondamentale di diagnosi e di cura: la relazione  !!!

 

 

Vorrei, adesso, proporvi una riflessione che spero troverete interessante:

L’idea di avere, nel palmo di una mano (facciamo l’esempio di un tablet o di uno smartphone), la conoscenza mondiale, se da una parte apre la possibilità di rimanere sempre e dovunque informati dall’altra, a mio parere, ci allontana ancora di più dalla vera conoscenza e soprattutto dallo stimolo di conoscere.

 

 

Galimberti afferma: “perché fare lo sforzo di imparare e ricordare… basta imparare a digitare meglio e più velocemente”.

Bertrand Russel riteneva che “La mancanza di qualcosa che si desidera è una parte indispensabile della felicità”

Freud affermava che il pensiero nasce dall’assenza dell’oggetto. E’ quando l’oggetto concreto non è a nostra disposizione che è necessario crearlo mentalmente: cioè pensarlo, cioè simbolizzarlo. (Stiamo parlando della creatività)

Lacan sosteneva che, alla base della vita, deve sempre esserci il desiderio; senza di esso non avrebbe senso la vita stessa;

 

Il desiderio dell’altro, di ciò che non abbiamo, sostiene una operazione fondamentale di ogni individuo: il riconoscimento di sé.

Io mi riconosce sempre in rapporto agli altri, mai solo!!!

E, davanti al computer, anche se collegati con il mondo intero, si è soli!!!

 

Vi chiedo:

Se, al giorno d’oggi, abbiamo “la conoscenza” nelle nostre mani sempre pronta come possiamo desiderarla?

Ed ancora, come potremmo farne a meno se un giorno dovesse venire a mancare?

come potremmo tollerare la possibilità di non sapere ?

 

sto parlando di quella possibilità che si chiama “attesa”

O, con un termine tecnico: “tolleranza alla frustrazione”

che, a mio modo di vedere, si è resa sempre più povera tra i giovani.

 

Quando si diventa tanto abituati a soddisfare ogni nostro desiderio si può perdere “il piacere del desiderare”.

Questo ci può rendere nervosi, instabili di fronte alle mancanze di sicurezze.

 

Quando parlo di desideri, non parlo solo della spinta alla conoscenza ma anche:

– della possibilità di parlare con amici e persone care ovunque,

– di essere connessi sempre,

– di far parte di una community… quindi di appartenere ad un gruppo di persone virtuali (cioè rappresentate dallo schermo).

 

Perché allora rischiare figuracce nella vita reale se io di fronte al computer posso essere chi voglio?

 

Quello che voglio dire è che internet ci dà l’illusione che tutto sia a portata di mano e facilmente ottenibile … ma solo virtualmente.

 

In periodi critici della propria esistenza, un giovane, può sentirsi attratto talmente tanto dalla rete da perdere passione per la vita di tutti i giorni, può essere interessato da quella che viene definita Internet Addiction (dipendenza);

Egli, probabilmente, mostra delle difficoltà profonde nell’accettare la realtà quotidiana con le sue frustrazioni… così altra strada non trova che gratificare illusoriamente i suoi desideri attraverso una realtà parallela: Facebook, giochi di ruolo etc…

 

Diventa a tutti gli effetti una dipendenza nei confronti di un comportamento al quale non si può rinunciare: stare su internet.

 

Le “new addiction” come internet, gioco d’azzardo patologico, shopping compulsivo sono delle dipendenze nei confronti di comportamenti socialmente accettati (come giocare al video-poker, fare shopping o navigare su internet..).

I sintomi sono paragonabili alle dipendenze da sostanze:

–       Vere e proprie crisi di astinenza se viene limitato o impedito il comportamento.

–       Perdita di interesse per la realtà quotidiana.

–       Ricerca continua di quel determinato comportamento gratificante.

 

Importante è capire, come in questi casi, non è internet che rende dipendenti ma è quella particolare fragilità e-o difficoltà del giovane che lo porta ad esprimere il malessere attraverso la dipendenza da internet.

 

Cosa può fare la famiglia? :

–       Comprendere cosa ha portato il soggetto a ritirarsi in un mondo virtuale.

–       Cercare e trovare una comunicazione con la persona che non sia soltanto “scambio di informazioni” ma sostegno emotivo ed affettivo al suo momento di difficoltà.

 

Vorrei concludere dicendo che:

 

comunicare

conoscere

insegnare

apprendere

 

prima ancora di essere “scambio di informazioni”, sono realtà relazionali; per questo vanno difese tra i giovani da un dilagare sempre più massiccio di internet.

 

                                                                                                                                           

                                                                                                                    Dott. Daniele La Licata

 

 

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Anders, G. (2003). L’uomo è antiquato. Bollati Boringhieri.
Andreoli, V. (2005). Dietro lo specchio. Realtà e sogni dell’uomo di oggi. BUR Biblioteca Univ. Rizzoli.
Freud, S. (1974). Al di là del principio del piacere. Newton Compton.
Galimberti, U. (2010). I Miti Del Nostro Tempo. Feltrinelli Traveller.
Palmonari, A. (1995). Processi simbolici e dinamiche sociali. Il Mulino.
Recalcati, M. (2012). Jacques Lacan. Desiderio, godimento e soggettivazione vol. 1 – Teoria critica. Cortina Raffaello.
Steiner, R. (1976). Processo di simbolizzazione nell’opera di Melanie Klein. Bollati Boringhieri.

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